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Vini in lattina, trend o futuro?
Vini in lattina, scetticismo o innovazione? Si divide il popolo degli esperti e dei wine lovers, sempre più attenti alle evoluzioni dei mercati e, nel caso degli enoturisti, dei più accaniti girovaghi desiderosi di catturare momenti di autentiche esperienze in distese di filari.
Ma intanto, una nuova proposta arriva dai mercati che subiscono, naturalmente, significative trasformazioni. I vini in lattina, ad esempio. Un rivoluzionario packaging di contenimento che sembrava aver messo da parte, ma solo per un attimo e in alcuni casi, le tanto care bordolesi, borgognotte e tutti i formati di bottiglie caratterizzate da una precisa conformazione che tanto richiama l’identità territoriale. Di contro, invece, viene invertita la corrente di ragionamento. Difatti, alla triade di innovazione, praticità e sostenibilità, qualcuno alza il pollice in senso ascensionale nonostante l’ancoraggio, quasi filosofico, alla tradizionale bottiglia di vetro e al fascino intramontabile del tappo in sughero. Questo nella maggior parte dei casi.
Ma quali sono stati i motivi concreti che hanno portato all’ingresso di un prodotto così controtendenza? Cambia il mondo, cambiano le esigenze, cambia quindi anche il comparto del vino e del consumatore contemporaneo. La crescente diffusione del vino in lattina, dunque, non deve far storcere il naso ai più integralisti, poiché siamo davanti ad un’esigenza sempre più chiara alla domanda, decisamente crescente. I consumatori cercano soluzioni pratiche e sostenibili. Sono proprio loro a battere il tempo secondo gli schemi della velocità dei mercati. Una fetta sostanziosa di consumatori, talvolta giovanissimi, ricercano spasmodicamente prodotti facilmente trasportabili e che si adattino a uno stile di vita dinamico. Vini che riconducono ad una certa piacevolezza, oscillanti tra i No Alcohol e i Low Alcohol.
Formati leggeri, resistenti e facili da smaltire, per richiamare la tanto osannata e apprezzatissima pratica della sostenibilità. In tal caso, ci sarebbe da dire che l’occasione fa l’uomo furbo. Il vino in lattina, è pragmaticamente dimostrato, semplificherebbe anche le dinamiche di momenti conviviali di open air party, e garantirebbe maggiore sicurezza anche durante concerti o spettacoli di altro genere.
E poi, dal punto di vista della sostenibilità, non c’è dubbio, le lattine offrono vantaggi significativi. L'alluminio, già per sua natura, è riciclabile al 100%. Ed ecco che si apre una nuova finestra di ragionamento: più riciclo, più green. Il processo di recupero è stato accertato ed è concretamente più proficuo ed efficace rispetto a quello del vetro. Un aspetto fondante per i consumatori consapevoli dell'impatto ambientale dei loro acquisti.
Intanto nel mercato dei vini, la fetta dei produttori che hanno scommesso sul vino in lattina riceve ottimi risultati sulla crescita del comparto a livello globale. Le vendite hanno registrato un notevole segno positivo negli ultimi anni, soprattutto negli Stati Uniti che, ad esempio, mostrano una crescita del vino dal 68% dal 2019 al 2020, secondo i dati Nielsen. E anche l’Europa strizza l’occhiolino ai consumatori che timidamente e lentamente iniziano ad apprezzare la versatilità e la qualità in lattina. Una tendenza che ha incuriosito anche alcune delle cantine più rinomate in Italia. E’ il caso della cantina Perla del Garda di Giovanna Prandini che lancia anche in Italia il Perledellago, etichetta base di uve Turbiana, vino che non rientra nella denominazione per disciplinare ma risponde alla necessità dell’azienda di Lonato (Brescia) di voler investire nel sostenibile, anticipando le tendenze che arrivano dagli States.
Sono proprio le giovani generazioni, Millennials e Z, tanto attuali quanto futuri consumatori che cercano un approccio più leggero con il mondo del vino. Il motivo? Sono bevande che incontrano l’innovazione, la sostenibilità e il nuovo life-style. Non è un caso, difatti, che anche il packaging risulta anche più attraente sullo scaffale, motivando la creatività dei più eccentrici graphic design.
E come se non bastasse, i vini in lattina aprono un nuovo orientamento al settore dei cocktail e della mixology. Niente sprechi per la misura contenuta del prodotto. Versatilità, qualità e praticità del formato per consentire ai bartender di creare nuovi cocktail sempre più contemporanei. E proprio su quest’ultimo indicatore, la qualità, con l'aumento della domanda e il soddisfacimento dei produttori sempre più interessati e orientati alle nuove tecnologie che hanno permesso integrità e freschezza con l’utilizzo dell’alluminio, il mondo del vino continua la sua impennata di crescita.
E perché non aprire un diverso spiraglio per la sperimentazione di vini di pronto uso, allargando la gamma con vini frizzanti e aromatizzati da consumare immediatamente in monodose, lasciando da parte la bottiglia nella cantina di casa da riservare in momenti dedicati alla lentezza, in controtendenza alla dinamicità della lattina?