Nuovi Trend di Mercato

La nuova era della comunicazione del comparto vino - parte 2

E se vi avessero chiesto qualche decina di anni fa: sarebbe possibile visitare una cantina e conoscere i vini di tutto il mondo senza muoversi da casa, evitando lunghi, lunghissimi viaggi e misurare, con il proprio occhio, meravigliose geometrie di filari incastonate in paesaggi dalla bellezza mozzafiato, incontrare i più autentici produttori e degustare virtualmente i migliori vini in commercio? 
Sembrava un’opzione decisamente opinabile, impossibile da realizzare, a meno che non si trattasse di uno di quei film avveniristici fatto di robot e computer che elaboravano codici indecifrabili.

E invece è realtà su schermo da 9:16, che allarga anche la visuale di sommelier, enologi, imprenditori ed esperti di comunicazione che puntano a nuove rotte di navigazione. I professionisti del settore ormai da anni circumnavigano audacemente il mondo del vino, parlando nella lingua dei social.

Primo fra tutti, Facebook, poi Instagram, affiancato da Threads, una volta Twitter e oggi X, LinkedIN, Tik Tok e altro ancora, piattaforme che offrono uno sguardo fugace ma esaustivo accorciando le distanze tra operatori del settore, stampa e wine lovers, con l’intenzione di divulgare. Piattaforme digitali che offrono contenuti differenziati, accattivanti e brevemente esaustivi. Tutte con mire divulgative regolamentate dai fondamentali del digital marketing. Insomma, la comunicazione di settore è senza filtri narrativi, congegnata per un sistema divulgativo compattato e attraente, ‘atto a diventare’ posizionato nelle logiche dell’algoritmo. 

Un sistema comunicativo che mette in diretto contatto produttore e utente, quest’ultimo identificato nel consumatore finale. Profili social che diventano una carta di identità digitale: territorio, produzioni di qualità che raccontano storia, cultura e tradizione di uno specifico areale, innovazione in alcuni casi, valori aziendali e modelli esperienziali che mettono in diretta connessione il concept gravitazione ‘vino’ con altri settori. Dalla ristorazione al turismo, ad esempio.

Quello che conta è catturare l’attenzione creare un legame di profonda fiducia tra cantina e consumatore. Un sistema di marketing avanzato e al passo dei tempi. Rapidissimi.
La comunicazione del vino e sul vino, in relazione ai social media, conquista spazio a nuove metriche di pianificazione strategica, tutte mirate a rafforzare l'engagement e le interazioni. Ma non solo. Le nuove mire comunicative si affacciano a voler educare  il popolo dei social sui fondamentali del vino, con un obiettivo chiaro e preciso: offrire consapevolezza ai custumers e più accaniti wine lovers.

E se il sommelier può essere definito correttamente come un ambasciatore del vino, possiamo certamente avanzare l’ipotesi, abbastanza concreta, che siamo davanti ad una riconversione di questa figura professionale che si proietta con naturalezza nel futuro, per mettere insieme cultura, storia, fondamentali di viticoltura ed enologia.  Una proiezione evoluzionistica che ha consentito l’avanzata di rigenerati attori, dai sommelier agli enologi, aperti verso piattaforme digitali per narrare storie avvincenti di vigneti, cantine e metodi di produzione del vino. Un’antologia digitale, in pillole di qualche decina di secondi, che apre le porte ad uno scenario interessante a più livelli di lettura: visivo e testuale, certamente. In più, con una forza comunicativa impattante per un pubblico diversificato e in costante crescita.

Insomma, questa la chiave del successo per chi utilizza i social come una vetrina per presentarsi a chiunque, e lasciare un filo diretto per un costante aggiornamento con una valevole capacità di promuovere e valorizzare un sapere consolidato in Italia e in Francia, in primis, ma che arriva da ogni parte del globo. Educare il consumatore con una cassetta degli attrezzi funzionale e funzionante.

Un’era che fa il suo esordio con una politica comunicativa di equilibrata democrazia. Il vino e tutto quello che gravita attorno, non è così proibitivo. Le produzioni di qualità non si presenta più come, da definizione ‘una bevanda alcolica prodotta da uva’. Affatto. I social hanno rotto questa direzione per conquistare una consolidata audience che mette in connessione produttori e consumatori, con una linea sottile interamente digitale.