Nuovi Trend di Mercato
Il fenomeno degli sparkling wine in Italia
Bollicine? Non solo Francia, non solo Champagne. Una strada che vede sempre di più l’avanzata dello spumante italiano, con il Prosecco in prima linea che va a rompere un cliché radicato da sempre. Numeri che parlano inequivocabilmente chiaro con un aumento del +4% della produzione nel 2022 e +44% delle vendite totali di spumanti in Italia rispetto all’anno precedente, un analisi possibile con i dati forniti dall’Osservatorio Vinitaly Unione italiana Vini. In aggiunta anche i numeri del report di Unione Italiana Vini (UIV), che mettono in evidenza la nuova tendenza legata agli sparkling: spumanti sì per brindare alle ricorrenze importanti o alle festività da calendario, ma anche da bere durante l’anno.
A questa, si aggiunge anche il report di Coldiretti che ha registrato il consumo di quasi 95 milioni di bottiglie a fronte dei alle 6 milioni di champagne nel periodo natalizio ovvero quasi 9 italiani su 10 (89%) hanno brindato con un’etichetta italiana, e con ordine di preferenza che parte con il Prosecco al 70%, seguito dal Franciacorta all’Asti, dal Trento Doc sull’ultimo scalino del podio. Per i ricercatori di esperienze sensoriali, fanno capolino anche le piccole produzioni dell’Abruzzo, Sicilia, Toscana, Marche, Lazio e Umbria. E tra le aziende che hanno dato filo da torcere ai vignerons transalpini, compaiono colossi dell’imprenditoria vitivinicola: Ca’ del Bosco e Uberti, in Franciacorta, e Cesarini Sforza, Ferrari e Maso Martis, per il Trentodoc.
L’Asti Spumante ha salutato il 2022, per riproporre un esempio in dati, con una crescita complessiva dell’export del +16,2% a valore (168 milioni di euro il controvalore) e dell’+8,3% a volume (fonte Istat). Un ingresso così positivo che ne ha consentito il suo ingresso nei mercati della Russia, con quasi 18 milioni di bottiglie dirette (+42%), e rafforzato quello in Italia. Crescono anche le opportunità nei mercati emergenti di Austria, Polonia, Ungheria, Centro e Sud America, dove il valore della domanda è arrivato al 70%, o quasi. In negativo, invece Inghilterra, America e la Germania.
Inaspettatamente, il Moscato d’Asti va giù con un -14% nelle esportazioni che significa 36 milioni di bottiglie che però entra nell’universo della mixology. insieme all’Asti Spumante. Un trend in crescita , inserito nelle novità del 2023.
Un cambio di direzione che esprime una significativa trasformazione per il settore, sempre più attento alle richieste di mercato, nazionale e internazionale. Anche dagli Stati Uniti arrivano buone nuove per i produttori di spumante: pare, quindi, che lo spumante abbia superato anche la birra come bevanda preferita per ordine di consumo più consumata , parimenti ai cocktail e ai vini frizzanti in lattina.
Ma si tratta di sfida o di un’opportunità di mettere l’Italia davanti alla coda delle eccellenze del Made in Italy? Una cosa è certa, l'Italia punta sempre di più l’asticella verso l’alto per la qualità. E sull'innovazione si presenta tra i Paesi che meglio coniugano territorio a modernizzazione, strizzando l’occhio alla Francia che mestamente fatica, almeno per il momento, ad inseguire numeri da capogiro dell’Italia, che però si ripropone a uno slancio in avanti dopo l’indietreggiamento che gli vale solo da rincorsa. A livello nazionale, le vendite hanno raggiunto 284 milioni di bottiglie, che in percentuale significa una crescita dell'1% sul totale, un +5% degli acquisti nelle strutture ristorative ma un -3% nella GDO. E sull’export, continua la corsa: nel 2022, l'Italia ha esportato 5,2 milioni di ettolitri di spumante, che tradotto in numeri è un significativo 6% rispetto al 2021. Il Prosecco si è confermato leader anche all'estero, coprendo 3,7 milioni di ettolitri delle esportazioni totali e contribuendo in modo significativo al valore dell'export, che ha registrato un notevole incremento del 19%, raggiungendo i 2,2 miliardi di euro.
Il 2023 è stato senza dubbio l’anno che ha segnato la svolta, non resta che brindarci su, si, ma con bollicine italiane.