Nuovi Trend di Mercato
Contano ancora i punteggi del vino?
Una sala luminosa, generalmente asettica, una linea geometrica di calici allineati,
serrate batterie di bottiglie di ogni tipo e formato in attesa di commissioni di esperti messi insieme con collettive di giornalisti, tecnici e operatori del settore, tutti altamente specializzati, rompono un religioso silenzioso con un boato di
incontrovertibili giudizi critici. Con la biro solcano fogli bianchi appuntando, ma anche lasciando spazi di riflessioni che aprono ampi scenari di nuovi ritratti di sensazioni gusto - olfattive, per una chirurgica definizione del profilo identitario di quel o di tal vino.
Di cosa stiamo parlando? Dei curatori delle pubblicazioni e delle guide sul vino.
Personalità di un panorama vastissimo abitato da vignerons con diversificate storie ed esperienze che hanno la necessità di comunicare, che parlano con decimi, centesimi, e icone di ogni tempo ma la domanda arriva diretta come un treno, spesso ridondante: quanto è importante per essere presenti in guida? Dipende, ovviamente.
Quale scegliere? Ancora, non per ripetersi, ma dipende. Posizionamento, parola
d’ordine. Nei mercati locali, regionali, nazionali e persino esteri, ma anche tra i più accaniti appassionati e wine lovers specializzati, con corsi o in maniera autodidatta grazie alla vasta letteratura sul vino che, ormai, ha un suo scaffale dedicato in ogni libreria, insieme alle stesse guide, per l’appunto. Ma quale scegliere? Quale testata o prodotto editoriale è davvero quello che può veramente rispondere alle esigenze del produttore ma soprattutto del lettore? Pubblico, obiettivo e valore, o per dirla nel linguaggio dei più accaniti marketers: brand awareness. Ma soprattutto, nonostante i più scettici, un attestato di riconoscimento accorcia la forbice della scelta. Ci si fida del tecnico, di chi davvero ne capisce. E’ uno stendardo di prestigio che, orienta, mercati ed esperti, a curiosare e scegliere, oltre il brand marketing che mette a dura
prova il consumatore e tutto il popolo dei wine lovers, accattivanti spesso dalla
magistrale bellezza delle etichette, ribadendo un concetto sempre contemporaneo: il ‘consiglio dell’esperto’, detto in maniera convenzionale. Una prospettiva che, concretamente, rappresenta un valore oggettivo ma, a dirla tutta e con dati alla mano, può servire davvero a dare un valore di brand positioning g, soprattutto se, navigare è dolce ma non affogare in un mare di link ad articoli fotocopia e di tanta retorica.
E quindi, le guide altro non sono che un manuale teorico che orienta il consumatore ad una scelta consapevole. Fondamentale, inoltre, il linguaggio. I tecnicismi, spesso incomprensibili, non aiutano ma devastano e demistificano il corretto utilizzo della pubblicazione. Fondamentale non solo al grande pubblico, ma agli operatori del settore Ho.re.ca. che tanto desiderano offrire a ristoratori, enotecari, addetti alle vendite, e chi più ne ha più ne metta, dare uno strumento che porta al centro, la fiducia del consumatore che si avvia in solitaria alla scoperta di un vino che possa raccontare, per davvero, un territorio, la storia di una cantina e tanto altro ad esso connesso. Fondamentale, anche, per avvicinare le nuove generazioni alla scelta di un prodotto selezionato con curiosa consapevolezza, senza rischiare, invece, un effetto boomerang che ricordi una cattiva esperienza.
Perché sì, il vino è anche esperienza.
Partire dal calice, per entrare nei confini della conoscenza di un’enciclopedia fatta di uomini che del vino, ne hanno fatto un manifesto di identità e tradizione. Le parole sono importanti, per riprendere una citazione. Non possono non tenerne conto i più influenti curatori, veri e propri maestri e divulgatori da dover seguire su quelle verità che hanno messo, nero su bianco.
E quindi, contano ancora i punteggi? Dipende, ma da chi decide e ne scrive.